Questo libro è una sorta di canto per oggetti, frammenti, ed è anche un viaggio visivo dedicato al Cimitero di S. Michele. Non a caso nelle prime pagine compare uno spartito, come a dare il La per la lettura e metterci in ascolto delle immagini. Si apre con il funerale di Stravinskij, che era deceduto a New York, ma che voleva essere per scelta sepolto in laguna, accanto a Djagilev questa cantata e con le sue note che avevano reso Piazza San Marco una sala per concerti per un breve periodo.
Ci sono anche i silenzi, che opportunamente si inseriscono nel brusio di vite passate e immagini, nei ritratti che provano a fermare su carta la polvere del tempo.
Sacro e profano, oggetto abbandonato di cura e voyerismo turistico, presenza animale che non paga il biglietto, telefoni che mai più squilleranno, perché dismessi anch’essi, come le vite di chi è qui sepolto. L’ordine non è né topografico, né cronologico, anche se l’amore per la cartografia è testimoniato dalla prima tavola. Come per Stravinskij, l’armonia è data da altri fattori. Potremmo dire che è un pandiatonicismo visivo, per riprendere un termine che riassume la tecnica musicale del russo.
Cimitero recente, nato dalle scelte d’igiene di Napoleone ed esito del molto discusso in Italia editto di St. Cloud, San Michele è un luogo che permette un viaggio iniziatico non simbolico, ma reale. Ci si arriva in barca, come Dante ci ha insegnato. Si riparte in barca, se ci va bene. O forse vorremmo restare, in quest’isola dedicata a quell’arcangelo fedele, che disse di no persino al fascinoso Satana. Un arcangelo guerriero, ma anche narratore, che spifferò all’orecchio attento e sgomento di San Giovanni il testo dell’Apocalisse. Un culto popolare: erede di Marduk, Mitra e del messaggero Hermes, Mi-ka-el ha origini antichissime e che ritorna in modalità differenti nell’immaginario contemporaneo. Forse per Costantini, autore politico e poetico, ritorna la filastrocca di Giulio Manieri, il protagonista di San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani che termina proprio nella laguna veneziana, in un incontro tra prigionieri politici diversi e non assimilabili, che sembrano parlare lingue diverse. Si incontrano proprio in un simbolico trasferimento in barca, come se sapessero già, e certo lo sanno perché sono già stati giudicati, che il loro termine sarà il luogo dell’arcangelo. E come dice lo stesso Manieri: E ora buonanotte amici e grazie. Buonanotte a tutti e tu San Michele, ti prego, ridammi il sogno di ieri notte: le spedizioni sono riuscite, i contadini marciano con noi. Mi hanno liberato, marciamo insieme. Le altre regioni insorgono, in tutta Italia, in tutta Europa, in Giappone…
Elettra Stamboulis