Traduzione di Alessandro Passi
In copertina: illustrazione di Margarita Fjodorova
ISBN 978-88-32163-38-4
12 €
Marcel Proust (Parigi, 10 luglio 1871 – Parigi, 18 novembre 1922) è considerato fra i maggiori scrittori del Novecento. La sua opera più nota è il monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927.
Questo libro è una sorta di canto per oggetti, frammenti, ed è anche un viaggio visivo dedicato al Cimitero di S. Michele. Non a caso nelle prime pagine compare uno spartito, come a dare il La per la lettura e metterci in ascolto delle immagini. Si apre con il funerale di Stravinskij, che era deceduto a New York, ma che voleva essere per scelta sepolto in laguna, accanto a Djagilev questa cantata e con le sue note che avevano reso Piazza San Marco una sala per concerti per un breve periodo.
Ci sono anche i silenzi, che opportunamente si inseriscono nel brusio di vite passate e immagini, nei ritratti che provano a fermare su carta la polvere del tempo.
Sacro e profano, oggetto abbandonato di cura e voyerismo turistico, presenza animale che non paga il biglietto, telefoni che mai più squilleranno, perché dismessi anch’essi, come le vite di chi è qui sepolto. L’ordine non è né topografico, né cronologico, anche se l’amore per la cartografia è testimoniato dalla prima tavola. Come per Stravinskij, l’armonia è data da altri fattori. Potremmo dire che è un pandiatonicismo visivo, per riprendere un termine che riassume la tecnica musicale del russo.
Cimitero recente, nato dalle scelte d’igiene di Napoleone ed esito del molto discusso in Italia editto di St. Cloud, San Michele è un luogo che permette un viaggio iniziatico non simbolico, ma reale. Ci si arriva in barca, come Dante ci ha insegnato. Si riparte in barca, se ci va bene. O forse vorremmo restare, in quest’isola dedicata a quell’arcangelo fedele, che disse di no persino al fascinoso Satana. Un arcangelo guerriero, ma anche narratore, che spifferò all’orecchio attento e sgomento di San Giovanni il testo dell’Apocalisse. Un culto popolare: erede di Marduk, Mitra e del messaggero Hermes, Mi-ka-el ha origini antichissime e che ritorna in modalità differenti nell’immaginario contemporaneo. Forse per Costantini, autore politico e poetico, ritorna la filastrocca di Giulio Manieri, il protagonista di San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani che termina proprio nella laguna veneziana, in un incontro tra prigionieri politici diversi e non assimilabili, che sembrano parlare lingue diverse. Si incontrano proprio in un simbolico trasferimento in barca, come se sapessero già, e certo lo sanno perché sono già stati giudicati, che il loro termine sarà il luogo dell’arcangelo. E come dice lo stesso Manieri: E ora buonanotte amici e grazie. Buonanotte a tutti e tu San Michele, ti prego, ridammi il sogno di ieri notte: le spedizioni sono riuscite, i contadini marciano con noi. Mi hanno liberato, marciamo insieme. Le altre regioni insorgono, in tutta Italia, in tutta Europa, in Giappone…
Elettra Stamboulis
Gianluca Costantini è un artista attivista che da anni combatte le sue battaglie attraverso il disegno. È considerato fra i massimi esponenti italiani del graphic journalism. www.channeldraw.org
La Venezia di Borges è una Venezia fantastica o sognata a partire dalla storia e da letture variopinte, una Venezia per la mente e lo spirito più che per gli occhi, perché non si vede ma si conosce a menadito, si immagina, si pensa e si sente, come, d’altra parte, doveva fare Borges a causa della sua cecità. Dunque, «Venezia» è un crepuscolo al quadrato (o al cubo): una vignetta su una città crepuscolare in un testo e in un libro allo stesso modo crepuscolari. [dall’introduzione di Adrián J. Sáez]
Jorge Luis Borges (Buenos Aires 1899 – Ginevra 1986) è stato uno scrittore argentino tra i più importanti e influenti del XX secolo.
Pietro Aretino (Arezzo, 1492 – Venezia, 1556). Dopo un primo soggiorno formativo a Perugia (1508-1517-1518), si stabilisce a Roma (fino al 1527) e posteriormente fa di Venezia sua casa e rifugio. Conosciuto soprattutto come critico par excellence per le pasquinate e maestro della sessualità grazie ai Sonetti lussuriosi (1527 o 1537) e le due puntate dei Ragionamenti (1534 e 1536), scrisse anche poesia petrarchesca (Opera nova, 1512), testi religiosi (come l’Umanità di Cristo, 1535 e 1538), commedie e molte lettere. È un personaggio maledetto, che inoltre ha un grande legame con Venezia.
In copertina: illustrazione di Margarita Fjodorova
ISBN 978-88-32163-13-1
12 €
Nel racconto si concentrano riferimenti storici, letterari, pittorici, relativi a Venezia che volutamente confondono epoche storiche nel tentativo di costruire una dimensione onirica del testo che risulta già annunciata dal sottotitolo. Nonostante la complessità di una narrazione che procede per sequenze staccate ed anticipa alcune istanze surrealiste, Venise la nuit rappresenta uno straordinario esempio della produzione letteraria dei fratelli Edmond e Jules de Goncourt, prima che questa si orienti verso i temi sociali di Germinie Lacerteux (1865) la cui prefazione è considerata il manifesto del Naturalismo.
Edmond (1822-1896) e Jules (1830-1870) de Goncourt furono due scrittori e collezionisti francesi. Autori di numerosi romanzi scritti a quattro mani, ascrivibili alla corrente del Naturalismo. L’Académie Goncourt, che premia ogni anno un’opera in lingua francese, fu istituita per testamento alla morte di Edmond.
This limited edition has been produced by the publishing house Damocle Edizioni – Venice in 99 numbered copies on Papermilk 140 gr. paper by Cartiera Cordenons. The printing was made by Margarita Fjodorova and Pierpaolo Pregnolato with a Saroglia press, polymer plates, wooden and metal typefaces.
In 1957, when he was thirty years old, Ginsberg made his first visit to Europe. When he left home he was an unknown poet, having published only a handful of poems in obscure little magazines. When he returned a year later, he was world famous as the author of the collection of poems “Howl And Other Poems”. After stopping in Morocco to visit with his old friend, William S. Burroughs, Allen and Peter Orlovsky continued on to Spain, France, and finally Italy where they settled down to stay with Alan Ansen for a few months. They had met Ansen in New York City a decade earlier when he was working as W.H. Auden’s secretary. Ansen himself had just been in Tangier with Jack Kerouac helping Burroughs put together the manuscript for Naked Lunch. Ginsberg and Orlovsky stayed with Ansen at his apartment in Venice for much of the summer and it was during this period that Allen wrote many letters including this one to his brother, Eugene Brooks, back in New York. [Bill Morgan]
Bill Morgan is an archivist, writer, and editor, who has written and edited more than forty books dealing with the Beat Generation. Among them are I Celebrate Myself: The Somewhat Private Life Of Allen Ginsberg; The Typewriter Is Holy: The Complete, Uncensored History Of The Beat Generation; and The Best Minds Of My Generation: A Literary History Of The Beats. He has continued to work as an archivist working with literary figures like Arthur Miller, Lawrence Ferlinghetti, and Oliver Sacks. This work was conceived while in residence with the Emily Harvey Foundation in Venice and it to them that this book is dedicated.
Bill Morgan is an archivist, writer, and editor, who has written and edited more than forty books dealing with the Beat Generation. Among them are I Celebrate Myself: The Somewhat Private Life Of Allen Ginsberg; The Typewriter Is Holy: The Complete, Uncensored History Of The Beat Generation; and The Best Minds Of My Generation: A Literary History Of The Beats. He has continued to work as an archivist working with literary figures like Arthur Miller, Lawrence Ferlinghetti, and Oliver Sacks. This work was conceived while in residence with the Emily Harvey Foundation in Venice and it to them that this book is dedicated.
НОЧНОЙ ПРАЗДНИК (Письмо из Венеции) / FESTA NOTTURNA (Lettera da Venezia)
Владислав Ф. Ходасевич – Vladislav F. Chodasevič
Traduzione e introduzione di Maria Emelianova
ISBN 978-88-32163-15-5 10 €
Questo breve racconto è stato scritto nell’estate del 1911, durante il primo soggiorno in Italia di Vladislav Chodasevič (1886—1939). La riflessione dell’autore spazia verso quel passato di ricchezza culturale e artistica del popolo italiano che ha affascinato e ispirato generazioni di intellettuali russi. Passato che per Chodasevič è stato dimenticato dall’italiano moderno, e la cui pallida imitazione viene svenduta per poche lire a folle di turisti. Il racconto contiene una fotografia dinamica di Venezia di inizio Novecento: il turismo parte dalle spiagge del Lido e i segni del crollo del campanile sono ben visibili in piazza San Marco. Eppure è difficile, leggendo il testo più di un secolo dopo, non estendere le parole di Chodasevič verso i giorni nostri. Nonostante l’umorismo amaro che pervade la descrizione della festa, nelle righe finali l’autore esprime solidarietà con i veneziani e sembra suggerire che la memoria e la cura del patrimonio del passato siano condizioni necessarie per vivere un presente dignitoso, nel rispetto del dono della bellezza che da sempre colpisce gli artisti russi in visita in Italia. [dall’introduzionedi Maria Emelianova]
Vladislav Felicianovič Chodasevič nacque a Mosca nel 1886. Dopo l’emigrazione a Berlino (1922), ha vissuto a Praga, Parigi e fu ospite di Maksim Gor’kij a Sorrento. Uno dei protagonisti della poesia russa del primo Novecento, Chodasevič fu autore di cinque raccolte, tra cui La Pesante Lira (1923) e La Notte Europea (1927), ma anche di memorie (Necropoli, 1936) e di studi sui poeti russi. Morì a Parigi nel 1939.
Pubblicato originariamente su The Atlantic Monthly nel 1888, Il carteggio Aspern (The Aspern papers) è un racconto ambientato nella Venezia di fine ‘800, basato su un aneddoto che James registrò nei suoi Taccuini riguardo ad un ammiratore di P. B. Shelley, che provò a impossessarsi di alcune lettere del poeta inglese da un’amante di Byron, Claire Clairmont, sorellastra di Mary Shelley.
Henry James è considerato il più importante romanziere nordamericano di fine Ottocento, nipote di un immigrante irlandese, nacque a New York il 15 aprile 1843; morì a Londra il 28 febbraio 1916.
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